This is an Italian translation of The world is much better. The world is awful. The world can be much better.
Il mondo è migliorato molto. Il mondo è orrendo. Il mondo può migliorare molto.
Tutte queste affermazioni sono vere.
In questo articolo mi concentrerò sulla mortalità infantile, ma un discorso identico può essere fatto per molti aspetti dello sviluppo globale. Per molti di questi aspetti è vero che le cose sono migliorate col tempo, vanno ancora malissimo e sappiamo che possono migliorare.
Il mondo è orrendo
Nel grafico che segue presento tre casi di mortalità infantile. La barra blu rappresenta il numero concreto di morti infantili annuali al momento. Dei 141 milioni di bambini che nascono ogni anno, il 3,9% muore prima di aver compiuto cinque anni. Questo significa che muoiono ogni anno 5,5 milioni di bambini, in media 15.000 al giorno.[1]
È evidente che un mondo in cui avvengono tragedie simili sia un mondo orrendo.
Il mondo è migliorato molto
Una lezione importante che ci insegna la storia è che le cose cambiano, anche se è difficile comprendere la portata di questi cambiamenti. Oggi le condizioni di vita nei paesi più poveri del mondo per molti aspetti sono di gran lunga migliori di com’erano in passato anche nei paesi più ricchi: la mortalità infantile nei paesi in condizioni peggiori è stimata tra il 10% e il 13%; fino a qualche generazione fa, era tre volte maggiore [30-50%] in ogni parte del mondo. Si calcola che all’inizio del XIX secolo nel mondo il 43% dei bambini moriva entro i cinque anni. Se le nostre condizioni di salute fossero ancora quelle dei nostri antenati, ogni anno morirebbero più di 60 milioni di bambini – 166.000 al giorno.[2]
Nel grafico questo dato è rappresentato dalla barra rossa.
Per sapere in che modo la mortalità infantile è cambiata nel tempo, puoi leggere il post di Hannah Ritchie: From commonplace to rarer tragedy — declining child mortality across the world.
Miglioramenti così grandi non si limitano alla salute; osserviamo gli stessi cambiamenti in altri ambiti della vita (come mostrato in questo mio breve articolo sulla storia delle condizioni di vita). Per molti aspetti fondamentali (anche se ovviamente non tutti), abbiamo fatto progressi molto notevoli e sappiamo che è possibile fare molto di più. Questi aspetti includono l’istruzione, la libertà politica, la violenza, la povertà, la nutrizione e alcuni aspetti del cambiamento ambientale.
Da questi cambiamenti abbiamo imparato che è possibile cambiare il mondo. Sono dell’opinione che una delle cose più importanti da sapere sul nostro mondo è che possiamo fare la differenza.
(Puoi trovare una versione ingrandita di questo grafico qui.)
Il mondo può migliorare molto
Questi progressi nel tempo dimostrano che è stato possibile cambiare il mondo in passato. Ma cosa sappiamo di ciò che è possibile fare per il futuro? Siamo nati in un periodo sfortunato della storia moderna in cui i progressi a livello globale si sono interrotti?
Lo studio dei dati globali lascia intendere che la risposta è no. Un modo di approcciarsi alla questione è osservare i luoghi nel mondo che hanno le migliori condizioni di vita. Le attuali disuguaglianze nelle condizioni di vita nel mondo dimostrano che c’è ancora molto da fare. Se le condizioni di salute in tutti i paesi del mondo fossero uguali, non sarebbe possibile sapere davvero se fossero possibili ulteriori progressi o come raggiungerli. Ma dal momento che in alcuni luoghi la salute dei bambini è di gran lunga migliore, allora non ci sono dubbi: rendere i bambini più in salute rispetto alla media globale non solo è possibile, ma è già una realtà.
Quindi, quale sarebbe la mortalità infantile se i bambini in tutto il mondo fossero in salute quanto lo sono quelli nei paesi più ricchi?
La risposta è nella barra verde che vedete nel grafico. La regione con il tasso di mortalità infantile più basso è l’Unione Europea. Nell’Unione Europea la media (0,45%) è 10 volte più bassa di quella globale (4,3%).
Nell’UE muore un bambino su 250, mentre a livello globale ne muore uno su 25. Se i bambini in tutto il mondo avessero le stesse condizioni di vita dei bambini europei, ogni anno morirebbero 5 milioni di bambini in meno.
Inutile dire che un tasso di mortalità infantile di 1 su 250 è comunque troppo alto. Se il mondo intero raggiungesse quel livello di salute sarebbe un grande risultato, ma anche nei luoghi con le condizioni sanitarie migliori dovremmo comunque cercare di superare i limiti di miglioramenti che, come abbiamo visto, sono possibili.
Ovviamente non dobbiamo commettere l’errore di credere che ridurre il tasso di mortalità infantile globale a quello dell’Unione Europea sia così facile. Ci sono molti aspetti legati allo sviluppo che devono essere migliorati perché una società raggiunga un tale livello di salute; i paesi più ricchi del mondo hanno avuto due secoli di crescita economica lenta e costante che ha permesso di avere l’infrastruttura necessaria per quel livello di salute (abitazioni, nettezza urbana, misure di salute pubblica).
Tuttavia, anche se non ci sarà possibile costruire un mondo migliore nel giro di una giornata, possiamo vedere cosa è possibile fare dai paesi con le migliori condizioni di vita; in questo senso, sappiamo che è possibile prevenire questi 5 milioni di morti all’anno. Il fatto che la mortalità infantile in intere regioni del pianeta sia dieci volte più bassa che nel resto del mondo ci dimostra che è possibile rendere il mondo un posto migliore.
Il mondo è un posto terribile; per questo abbiamo bisogno di un cambiamento in positivo
È più facile spaventare le persone piuttosto che infondere loro fiducia, del resto molti giornalisti che scrivono di sviluppo mondiale ci dicono quanto sia orrendo il mondo. Io sono d’accordo sul fatto che è importante sapere cosa c’è che non va nel mondo. Considerata la portata di tutto quello che abbiamo già realizzato e che siamo in grado di fare per il futuro, penso però che sia da irresponsabili riferire solo notizie su quanto vanno male le cose.
Il mondo è migliorato molto. Il mondo è orrendo. Il mondo può migliorare molto. Per conoscere questi tre punti di vista sulle condizioni di vita nel mondo, è necessario studiare i dati, e quando lo facciamo ci è impossibile ignorare queste verità. Verità che però la maggior parte di noi non conosce, perché molti di quelli che scrivono di come il mondo sta cambiando non prendono sul serio questi dati. Questa situazione deve cambiare. Per noi che scriviamo di cambiamenti globali, l’obiettivo deve diventare quello di trasmettere entrambi i punti di vista contemporaneamente: dobbiamo sapere quante cose vanno ancora male nel mondo e che è possibile costruirne uno migliore. Questo è quello che spero di riuscire a fare.
Se avessimo già raggiunto il migliore dei mondi possibili, non starei passando la mia vita a scrivere e fare ricerca sul modo in cui ci siamo arrivati. Ciò che mi spinge a continuare è la voglia di condividere queste nozioni: la consapevolezza che i cambiamenti sono possibili – per quanto non inevitabili – e la quantità di informazioni che ricercatori in tutto il mondo hanno acquisito per capire come rendere il mondo un posto migliore per tutti.
Sappiamo che è possibile rendere il mondo un posto migliore perché l’abbiamo già fatto. È proprio perché le cose vanno ancora molto male che è così importante scrivere di tutti gli aspetti importanti in cui il mondo è diventato un posto migliore.
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Mortalità infantile 2017: 140,95 * (3,9/100)=5497,050. Il che significa 5497,050 / 365,25 = 15.050 morti infantili al giorno. Do per scontato che le cifre di bambini sotto i cinque anni siano altrettanto grandi. Dal momento che il numero di morti annuali non sta più aumentando in maniera significativa, mi sembra un’approssimazione accettabile che rende il calcolo più semplice.
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Dal momento che non abbiamo dati per il numero di morti in tutto il mondo in quel periodo, non sappiamo con precisione quanti bambini morissero. Abbiamo stime sia per il numero di nascite che per il tasso di mortalità negli anni Cinquanta e Sessanta e secondo questi dati ogni anno morivano circa 20 milioni di bambini. I dati sono visualizzabili qui.